RADICALMENTE: Lavoro in Sicilia 24/03/08

Credo che chiunque abbia avuto esperienza con un'azienda Siciliana si sia accorta di un certo comportamento che sembra vigere ovunque. Verso i dipendenti c'e' una forte oppressione che si manifesta in diversi modi: orari massacranti, mancanza di comunicazione, obblighi imposti dall'alto e non mediati e discussi, carenza di considerazione delle opinioni del lavoratore, scarsa attenzione alla loro formazione professionale, nessuna gratificazione morale perchè il lavoro si deve fare senza dovere un "bravo" come premio, carenza di libertà di iniziativa del lavoratore etc. etc.
Mi sono sempre chiesto da dove provengano questi problemi ed oggi ho alcune possibili risposte. Una fra tutte è CULTURA. Sembra che l'imprenditore abbia appreso dai suoi simili lungo la suo formazione e che tutto cio' sia stato valutato come valore positivo schematizzando ed imbrigliando il lavoro con il dipendente. Allora diventa vincente il comando, la sottomissione quasi succube per premiare il proprio ego che vede nell'inferiore la propria superiorità, l'assenza di avanzamento del dipendente perchè questo potrebbe minare la superiorità del capo, il non dare considerazionea alle idee perchè qualcuno potrebbe credersi chissà che.
Non so se ovunque è cosi' ma personalmente mi è capitato un po' di volte di trovare tale cultura che diventa cancro perchè si lavora in un posto dove arrivare a fine giornata ed andare via è una liberazione, dove il proprio mestiere non è la cosa che ci piace fare ma una routine in cui passare il tempo a coltivare i nostri vizi e malumori, dove le idee sono tabù e non il motore del rinnovamento.
Cosi' muore l'imprenditorialità perchè la si soffoca nei suoi elementi base: la devozione del dipendente e la sua gratificazione quale elemento di vantaggio dell'impresa, il libero flusso di idee che creano innovazione, la produttività quale frutto di un ambiente dove il l avoratore si sente valorizzato.
Nascono cosi' aziende che durano nel tempo solo perchè c'e' scarsa concorrenza, perchè altri non riescono ad entrare a causa dei vincoli burocratici, perchè si vive in un mondo di scarsa formazione individuale che porta a pochi parti di idee imprenditoriali, perchè manca il denaro in quanto le banche non investono e non si puo' accedere al credito a meno di essere figlio di benestante. Quest'ultimo caso crea un circolo vizioso perchè i figli spesso hanno appreso che devono essere come i padri per essere accettati e ripropongono il medesimo repertorio comportamentale.
L'Italia si ingessa e diventa palcoscenico di comportamenti stereotipati tramandati di generazione dove si esiste come imprenditori perchè il meccanismo è fallace e non funziona come dovrebbe. I frutti di questo, alla lunga, sono la perdita di competitività e la scomparsa di reale innovazione che possa dare vantaggio alla società.

Giuseppe Chillemi

Commenti

Antonela ha detto…
ciaoo sonno Antonela Chillemi dalla Argentina! :D
Giuseppe Chillemi ha detto…
Ciao Antonella, non ho mai visto il tuo commento. Sei su FaceBook ?

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