Se fossi povero

Molte volte mi capita di sentirmi frustrato se non posso comprarmi qualcosa perchè manca del denaro. Sembra quasi che quella cosa sia necessaria per vivere e non puoi farne a meno. Invece non è cosi': è una bella trappola mentale costruita da questa società consumistica dove chi non ha non è.
Chiaccheravo oggi di questo con alcune persone e dicevo che mi è capitato spesso di essere invaso da questo senso di inadeguatezza perchè mi manca questo o quello e che di recente ho iniziato a domandarmi: "e se fossi povero ed avessi imparato ad accontentarmi di quello che ho, come sarebbe la mia vita ?" La risposta è semplice: credo che sarei più felice perchè imparerei a vivere di quello che mi fornisce l'esistenza, ad apprezzare ogni dono della quotidianità come la salute, un sorriso, un pasto in più, un cibo non mangiato da tempo.
Io sono nato in una famiglia divenuta borghese ma nata nelle campagne e questo mi ha consentito di vivere in un mondo ma sentire contemporaneamente i racconti di quello che il mondo era. Mio padre e mia madre mi narrano spesso di quando andavano a prendere l'acqua al pozzo, del pane fatto ogni giorno, del latte munto, dei viaggi sui multi, della carne solo la domenica, di quando facevano le confetture con la frutta, del non buttare niente, dell'aiutarsi fra vicini. Mi guardo come figlio della famiglia borghese di cui sopra e mi dico: la carne la si mangia quotidianamente, c'e' tutto pronto, non bisogna conquistarsi nulla di essenziale e mi rammarico perchè non ho il superfluo ? Ed allora cosa deve dire il miliardo di persone che muore di fame e non sa se camperà sino a fine giornata ?
Credo proprio che io non abbia nulla di cui lamentarmi ed ogni giorno devo ringraziare di avere il culo di non essere nato in Africa ma nell'opulento occidente che ci ha reso ciechi ed imbottito di frustrazioni del tipo "se non hai, non sei".

Giuseppe Chillemi

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