(H)Anno Zero

Stasera si discuteva di università e parentopoli e con grande piacere ho riscoperto i ragazzi, quella generazione che durante i miei 20 anni era silente, oggi, la medesima fascia di età chiede un futuro.
Sento ancora strane parole come precarietà, contrapposta alla parola "flessibilità" che la destra ha sfaciato associandola a contratti da poche lire e senza garanzie. La vera flessibilità, come l'abolizione dell'Art. 18, consentirebbe di dare tanti, ma proprio tanti calci in culo a quella gerontocrazia che ci governa e di cui i ragazzi vorrebbero liberarsi.
Eppure i ragazzi hanno paura perchè gli hanno detto che sono "precari" e quindi potrebbero cadere. Glielo hanno messo in testa perchè paura vuol dire la ricerca di una salvezza e questa significa l'angelo salvatore a cui portare i voti. Poi l'angelo si trasforma in diavolo e mette i suoi satanassi ovunque e l'art. 18 che dovrebbe proteggerti, protegge loro da te che li vuoi cacciare.

Poi c'e' la parola "Meritocrazia". Bella se riuscisse a fiorire in un paese ingessato come il nostro dove si entra nelle aziende e nelle istituzioni per amicizie e parentele se non per corruzione e favori. Bella la meritocrazia se ci si mettesse daccordo su strumenti di misura comuni del lavoro e del rendimento invece di avere da decenni una classe di dirigenti che farebbe meno danni se fosse pagata ugualmente rimanendo a casa.

Fiorisce anche la parola "Parentopoli" che fa rima con Tangentopoli. Bella anche questa ma senza Meritocrazia e senza la possibilità di potere dare sonori calci in culo a chi lavora non rendendo non possiamo sbloccare l'altra grande ammalata d'Italia: la giustizia che da questo "X..opoli" ci dovrebbe proteggere.

Siamo ancora agli albori ma vedere dei ragazzi che combattono per il proprio futuro mi piace. Loro non vogliono avere più zero.

Giuseppe Chillemi

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