Riflessioni sugli ultimi anni, facebook ed il futuro

Da circa un mese sto facendo qualcosa di piacevole per la mente: digitalizzo tutte le foto che abbiamo scattato nella nostra vita familiare. E' interessante per tracciare un percorso, un filo mentale che ci unisca in qualche modo e ci faccia sentire un'anima unica in tanti corpi separati. Ormai sono arrivato al trentottesimo gruppo, oltre 1200 foto e tanto lavoro per lo scanner. Nel mentre le restauro. Ce ne sono parecchie arancioni, o grigie e prendono nuova vita.


E' tempo anche di riflessioni sull'immediato passato. Non so se dire che gli ultimi 3 anni sono andati bene o male. Potrei usare l'aggettivo "altalenanti" ed aggiungere "come del resto lo è la vita".


C'era un progetto di una società che avevo aperto ma grazie ai ladri del comune di Catania è andata a male perchè sono falliti i miei clienti, per cifre ben superiori a quanto ho patito io. Il progetto si è chiuso anche perchè non trovavo collaboratori, eppure le idee c'erano e le potenzialità pure.
Mi rendo conto che dalle nostre parti l'individualismo è molto, non riusciamo a fare gruppo e siamo sempre nelle mani di questo o di quell'altro grosso concorrente che scende dal nord. Oppure ci offriamo di operare a prezzi cosi' infimi da fare male al nostro senso di autostima.

Mettendo da parte questo discorso, avrei tante cose in cantiere ma l'anima si è un po' spenta. Sto provando in tutti i modi di riaccenderla ma vi assicuro è difficile. Ci sarebbero gli amici, ma molti di questi, non so perchè si sono defilati. Avevo una cara persona che da due anni non vedo e non sento e non si puo' dire che io non abbia tentato di incontrarla. Altri sono alle prese con la propria vita familiare. Li capisco, però se non senti uno, e poi un'altro, se alla fine le persone che per qualche motivo si defilano iniziano a contarsi a decine, attorno a te si forma un gran vuoto.

Discutevo di questo con un amico che si è trasferito da Roma ed ha ricominciato tutto daccapo. Anche lui nota questo strano fenomeno. Mi dice: quando non ci stavano telefonini e facebook si chiamava a questo o a quello, si lasciavano messaggi alle madri, alle compagne, alle mogli, ma poi alla fine un incontro si riusciva a fare. Oggi invece sembra che dirsi "ciao" su Facebook sia il massimo dell'amicizia. No, cosi' non è. Amicizia vuol dire frequentarsi, raccontarsi, vedere un corpo, un viso, un anima e con questa condividere la buona e la cattiva sorte. E poi quando si è insieme, dopo una lacrima una risata scappa sempre.

Solitudine Elettronica. Conierei benvolentieri questo termine. Il nuovo millennio è l'era del tutto virtuale: dagli amici, al lavoro, sino alla gnocca. Per quest'ultima (ed anche per il sesso opposto) si è consolidada una prassi di approccio che smonta i tempi andati. Ci si guarda in una foto, si scambiano chiacchere su chat e poi, dicendo di conoscersi, ci si unice, in tutti i sensi.
Anche a me è capitato, non lo nego.  Pero'.... pero' vi dico che spesso non si comprende una persona per decenni e dire di capirsi dopo quattro chiacchere in chat e una "minchiata" (alla siciliana) bella e buona. Ci vuole la quotidianità insieme, quella che in questo nuovo millennio inizia a scomparire per chiudersi in quel finto rapporto elettronico.

Credo di avere parlato abbastanza. Avevo voglia di scrivere. Di dire che mi sento solo e che non c'e' nessuno intorno a me e che dei "CIAO COME STAI ?" di Facebook non me ne frega nulla. Voglio gente, gente di carne ed ossa. Nei prossimi mesi, nei prossimi anni, mi muovero' perchè sia cosi'.

Giuseppe Chillemi
http://www.giuseppechillemi.it

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