Parole nella notte

Corri, corri, datti da fare, la vita è breve. Devi essere qualcuno, devi riuscire, altrimenti la vita è nulla. Amici più che puoi, divertimenti a non finire. Sensazioni, adrenalina. Possedere ed essere posseduti. Una bella macchina, niente debiti, tanti soldi, un nome. Le donne a go-go, notti folli con loro. Una bella casa, una piscina. Poi viaggi, viaggi. Mille mete, esotiche, calde, nuove, impossibili. Come una trottola gironzolare, stasera questo, domani l'altro pub. Ristoranti, discoteche, trip acido di una vita che vuole tutto. Spremere lo spremibile da questa esistenza corta e senza senso. Chi se ne fotte dei figli, della famiglia. Pesi morti da avere ed abbandonare al più presto. Tramonta il sole, inizi a vivere; arriva l'alba, 2 ore di sonno quando capita e poi di nuovo in giro a guadagnare. L'avidità: voglio questo e quello e pure l'altro. Mi piace cio' che hai tu e non ho io. La tua bella è più bella della mia. Voglio fottere, voglio fottere lei e te per avertela tolta. E poi non mi basta, ancora di più. La brama cresce. Giacca e cravatta giro e c'e' uno sguardo, poi un'altro. Capisco. Sono opportunità di questa esistenza da consumare, da bruciare come una candela ed il suo stoppino. Oggi cambio lavoro, fra sei mesi pure. Altra città, altra gente da usare, altre notti da bruciare.

Esisto....

....esisto ma non vivo.

Poi quello sguardo mi fulmina. Lei lo sa, sono colpevole. Mille e più malefatte. Lei la prossima. Ma qualcosa non va. Il gioco lo conosce ma io non lo capisco. Allora macchina più bella, vestito più chic, locali più costosi. Lei si avvicina ed iniziamo un dialogo strano fra un perso ed il suo demonio agghindato in maniera lussuriosa. La desidero, le mie notti e le mie mani godono pensando al nostro ultimo incontro. Ma non si fa toccare. I suoi occhi.... lei mi guarda come un uomo sporco, uno dei tanti che le ha tolto un pezzo di cuore per renderla sterile di sentimenti. Riflesso in lei inizio a farmi schifo. Schifo la cravatta, la giacca, la macchina. Schifo le serate ed il gioco del prendi, usa e getta. Non riesco a smettere. Rovinarsi la vita è come una droga. Allora fuggo ma lei mi insegue, mi raggiunge in ogni città dove io vado. Vuole punirmi. Vuole farmi sentire l'ameba di essere umano che sono. Un po' alla volta perdo ogni cosa. Le notti brave, il rombo della mia Lamborghini, le donne, gli abiti belli, casa, soldi. Ora sono uno straccione. Giro per la stazioni di questo putrido mondo puzzando, conscio della pochezza di animo in cui ho vissuto. Giorno dopo giorno mi anniento.

E' la fine. La merito, l'ho cercata.

Poi, un dì, mentre vago e cerco nella mondezza un po' di energia per il mio stomaco una mano tocca la mia spalla. Mi giro, è lei. Oggi che il mio sorriso è scomparso e la mia spavalderia pure, nudo nell'anima e vulnerabile guardo nei suoi occhi ed un lampo di calore mi colpisce. Non mi trafigge più, mi scalda. Con un tenero gesto mi tira a se e mi abbraccia. "Sei diverso !" Esclama. Io balbetto un misero "si, putroppo" e lei ribatte "per fortuna". Allora prende la mia mano destra e mi dice: "ti accompagno in un posto qui vicino". Camminiamo e camminiamo sino all'entrata di un grande palazzo con la cima a punta ed un uomo sopra messo in croce. Entriamo e ci avviciniamo ad una tinozza piena d'acqua. Santa: lo avevo imparato da piccolo. Ne prende un po' in un palmo e con essa mi lava il viso ed esclama "ti pulisco dai tuoi peccati". Chiudo gli occhi, una forte energia mi pervade. Ho voglia di gridare tanto questa è possente. Mi sento un uomo e non più un verme. Allargo le braccia a Dio, apro gli occhi ma lei non c'e' più e capisco: era un angelo mandato a salvarmi.

Si ricomincia da zero.

Buonanotte.

http://www.giuseppechillemi.it

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