La tempesta del venerdi'

Stamane ho aperto gli occhi decentemente. Avevo intenzione di fare alcune cose che avrebbero richiesto al massimo 3 o 4 ore. Doccia, barba e via, alle 9 e 30 fuori di casa.

Prima tappa: laboratorio di analisi. Qui mi sarei dovuto sbrigare in un'ora... se non fosse per quella leggera fila, ma quella leggera fila fatta di 65 persone innanzi a me.
Risultato ? Oltre due ore ad attendere il turno per farmi bucare il braccio dove hanno impiegato 3 minuti di entra ed esci dell'ago per trovarmi una vena.
Nel mentre incontro l'amministratrice della società che era il mio principale cliente prima di fare fallimento grazie al comune di Catania che non ha pagato nulla. Falliti loro, chiuso io la società, lei finita da amministratrice a semi infermiera in questo laboratorio. Ci riconosciamo, ci parliamo e quando le dico che la mia baracca è andata a male a seguito della sua, non puo' fare altro che spallucce e dire: "le posso offrire solo un caffè". Certo, poveretta, che puo' dire se non che i fottutissimi bastardi in carica a Catania al tempo hanno fatto fallire una società di 25 persone e l'indotto ? E che lei una volta troneggiava in una megastanza dove ne era la capa ed ora deve chiedere permesso anche per alitare.

Dopo una mattinata di digiuno mi dirigo al bar per mangiare un pezzo di tavola calda. Quando esco incontro i genitori di una mia amica di gioventu' che abitava al piano di sotto. Felicemente mi dicono che stanno andando a trovarla ed ora ha due figli e sempre felicemente mi guardano e mi dicono "ma come sei ingrassato". Grazie, rispondo, prendo farmaci che non mi fanno calare manco di un grammo, eccheccazzo volete che mi faccia le flebo ? Certo, non la dico in questi toni, sorrido, saluto e vado.

Tappa: mia madre ed il suo negozio. Doveva aggiornare l'archivio clienti. Qui scopro che 50 hanno cambiato anagrafica e che 15 hanno chiuso nel giro di un anno. La crisi ha generato un alto tasso di mortalità anche nell'alimentare.
Vado a comprare da mangiare nella rosticceria dove mi chiamano "il gigante buono". Poi pranziamo al negozio ed ho la felice idea di fare trascorrere il tempo verso il mio prossimo appuntamento sdraiato su dei cartoni. Risultato ? Schiena distrutta ed io semi paralizzato.

Ore 15:15. Mi metto in moto dolorante per il mio secondo appuntamento medico della giornata... il neurologo. Quello che mi da i farmaci che non mi fanno dimagrire. Qui per in solo 3/4 d'ora sono libero. Perchè tale celerità ? Dal neurologo sborso 100 euro in nero per visita esente da ticket. Lui mi chiama "caro Chillemi" ma credo si riferisca al mio portafogli.

Ore 16:15. Inizio dell'apocalisse. Vado dall'otorino per dei piccoli disturbi. Mi metto in lista. Quasi 40 persone davanti a me. Orario previsto di ingresso ore 22:00. La prossima settimana chiude per una pausa e tutti si sono affrettati ad andarci.

Ore 16:45: la maledizione dei senza benzina mi piomba addosso. Un tizio parcheggi con la macchina piangendo, viene verso di me. Mi spiega che non ha i soldi per ritornare a Lentini. Sarà vero, sarà falso, gli sborso 6 euro come un fesso e cosi' gli dico "con questi ci arrivi". Quasi mi si inginocchiava. E' il secondo che becco nel giro di 6 mesi. Sarà la nuova moda dell'accattonaggio.

Ore 17:15 mi rompo le palle e vado dal barbiere per discutere e fare passare tempo. Ottavio, persona gentile quale è, mi omaggia una sistematina di capelli.
Passa un po' di tempo ed entra un sordo superciccione cliente suo da tempo. Non che io abbia qualcosa contro di lui, ma mentre era occupato a dare manate all'aiutante di Ottavio, preso da una ilarità bonaria mi scarica un colpo sul costato con i suoi 50 Kili di braccio.. Sorrido, bestemmio dentro e dico fra me e me: ti strizzerei le palle che canteresti come Pavarotti.

Ore 18:30.Ritorno dall'otorino. Inizia una attesa assurda che si conclude alle 21:15. E' finalmente il mio turno. Esito: non ho niente se non una sindrome varia all'apparato respiratorio dovuto alla grossezza. Stringo le braccia ed esco.

E' tempo di andare verso casa. Accendo lo scooter e finalmente raggiungo la mia dimora. Che bello che ci sia ancora qualcuno che mi prepara la cena. Mangio i miei calamaretti fritti e finalmente mi butto sul divano a guardare Grey's Anatomy, telefilm che preferisco.

Ore 24: Chat con il mio amico che mi chiama su FB e scrittura di questo blog.

La prossima settimana mi attendono altre due visite con Ticket. Un'altra giornata buttata appresso a questa sanità da terzo mondo se vai in convenzionata, iperrapida se sborsi il doppio di tasca tua.

In che posto di merda che viviamo.

Giuseppe Chillemi
http://www.giuseppechillemi.it

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