Report e Catania

Stasera non potevo mancare davanti alla TV perchè si parlava della mia città.
Certe cose le conoscevo perchè ne ha parlato la cronaca: mi riferisco alla mafia infiltrata nella festa di Sant'Agata, la patrona; del monopolio dell'informazione in Sicilia e degli sprechi nella pubblica amministrazione.
Quello che non sapevo era la quantità, le modalità e le ragioni di questi sprechi: fare voti, detenere il potere, lasciare la gente sempre nel bisogno per indurli a votare ed ottenere questo o quel favore che mai arriva.
Quanti sprechi ! Quante cattedrali nel deserto ! Quanto immobilismo ! Quanta mancanza di meritocrazia !

Mi sono domandato perchè la gente non apre gli occhi e non cambia ? Perchè questo estremo individualismo che porta tutti a guardare non oltre il proprio orticello ?
Basterebbe viaggiare e spostarsi al nord o in un paese straniero un po' più civile e capire come tutto potrebbe andare meglio. Quando le persone perseguono il bene comune e stanno unite di riflesso la loro vita migliora: scompare la spazzatura, c'e' più lavoro, efficienza, giustizia.
Siamo alle porte del 2010 e questo millennio dovrebbe aiutare, grazie anche alle tecnologie, a creare una vita più equa, sana e civile per intere popolazioni. Invece sembra di essere ancora all'età della pietra.

Il merito, commissioni di vigilanza tecniche e non corrotte dai politici, osservazione ed attenzione della cosa pubblica e cioe' di chi è lì, perchè e lì cosa decide e quali correnti lo portano. Cose normali in una democrazia moderna ma che qui non esistono.

Mi domando cosa possiamo fare noi della nostra generazione. Io non esito a non definirmi più nuova perchè ho 34 anni e sono sulla soglia dei 35. Le nuove generazioni sono quelle di 8,9 -15,16 anni.

Ricordo che a scuola mi insegnavano "educazione civica" ma mai nessuno mi ha parlato di diritti, di equità, di liberta di pensiero, di differenziazione dell'immondizia, di condizionamenti politici e la mafia era un tabù per i docenti ed eroina per i giovani a cui i vecchi avevano raccontato la favola che "ti risolve tutti i problemi".

Sappiamo tutti di vivere nel marcio e siamo vittime e complici dei nostri carnefici. Sappiamo cosi' bene che le cose vanno male; che questo o quel primario sono incompetenti tanto che andiamo a curarci altrove perchè qui ci ammazzano. Sappiamo che per aprire un'attività devi passare dalle forche caudine della burocrazia, del pizzo e degli interessi di questo o di quello che dalla pubblica amministrazione ti guarda e riferisce a chi ha interesse ad controllarci e lucrare...
... eppure rimaniamo immobili.

Credo che l'italiano ed il meridionale sia uno dei popoli che si è ormai arreso per autoconvizione di essere impotenti. Abbiamo appreso l'impotenza facendola nostra e non c'e' un barlume di motivazione o convizione che sembra smuovere le coscienze.
Io sono molto demotivato e solo. Non vedo nessuno accanto a me parlare di queste cose e certuni mi dicono anzi "statti zitto".

Zitti, sudditi, prosciugati, sofferenti e bisognosi. E' cosi' che ci vogliono i "santi" del potere perchè altrimenti non avremmo bisogno di loro, perchè poi si dovrebbero occupare di problemi veri e cambiare.
Ribadisco. Mi sento solo e sono molto scettico. C'e' troppo silenzio e complicità intorno a me.

Giuseppe Chillemi

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