Crisi, meritiamo di fallire ?

Dicono che abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità e che ora la paghiamo. Dicono che l'Italia è solida e non è la Grecia. Dicono che ce la faremo e bisogna essere ottimisti... dicono tante balle, se mi permettete !
Io vedo gente ridotta in mezzo ad una strada, nuovi poveri, famiglie che non arrivano alla fine del mese, scuole senza fondi, ospedali senza mezzi... in pratica un Welfare fatto a pezzi.

I soliti ricchi e potenti fanno i loro gesti per rabbonire le pecore: alzano le mani in segno di vittoria, ci parlano di libertà mentre ce la tolgono, l'inefficenza regna sovrana, ognuno coltiva il proprio orticello di interessi fottendosene di tutto e tutti, l'illegalità e la corruzione sono ai massimi storici.
 
Che le nostre possibilità siano diminuite man mano che l'euro è entrato nelle nostre vite e gli stipendi non sono cambiati è cosa vera. L'inflazione è rimasta bassa, ma a che serve salvare un piede se il corpo muore ? A che serve tenere gli stipendi alla fame se un popolo intero non produce più perchè non puo' creare il circolo virtuoso di risparmio->investimento->guadagno ?

Io sono convinto che presto toccherà a noi, siamo gente che si merita di fallire. Perchè ? Beh, di motivi ce ne sono tanti e vorrei esporne alcuni.

Non riusciamo a creare aziende per molte cause: burocrazia, mancanza di finanziamenti per le nuove idee, mancanza di operai specializzati, tasse. Dove eravamo quando ci riempivano di leggi piene di virgole, commi e paragrafi che ingessano e paralizzano l'iniziativa imprenditoriale ? E che dire nel sistema formativo, vecchio e non comunicante con l'impresa, che rende tutti noi obsoleti appena usciti dagli istituti di formazione ? Ed i ragazzi ? Vogliono essere tutti mega manager e star seduti dietro una poltrona senza averne le qualità e l'esperienza che nasce dalla formazione e dal lavoro, anche di bassa manovalanza. Le banche poi... ci prestano soldi solo se li abbiamo, ed a che tassi ! In questo scenario le idee possono tranquillamente crepare, o migrare, come è di moda perchè agli istituti di credito interessa solo la certezza del ritorno che in un paese pieno di farabutti e con un sistema giudiziario paralizzato questa certezza manca.

Tornando alla burocrazia: vogliamo calcolare quanto ci mette lo stato a rilasciare un autorizzazione ? Un certificato ? Vogliamo parlare di enti che sono in conflitto di opinione l'uno con l'altro e governano la stessa materia ? E l'italiano dove è ? Perchè non scende in piazza e si ribella ?

E della scuola: è baronizzata; non funziona; è vecchia ! Quando, caro italiano, ilt uo collega ha chiesto al suo amico di fiducia la raccomandazione per fare il professore e te lo raccontava felice per essere entrato di ruolo, ti sei mai detto che tuo figlio potrebbe avere il futuro rovinato da un docente come questo ?

Della giustizia poi, c'e' da ridere (e piangere) a non finire. Mentre gli avvocati guadagnano allungando i processi all'infinito, tu muori in attesa di un giudizio decennale. Eppure c'e' scritto nella costituzione che i processi debbano essere giusti e brevi ma nessuno sembra ricordarsene. Ed allora non puoi opporti alla burocrazia, all'illegalità, al malaffare perchè sarebbe un suicidio. Non basterebbe una vita. Ed ancora l'italiano non si ribella.

Le fabbriche nel mentre migrano all'estero; a te pignorano la casa perchè non paghi le tasse e al mega evasore mafioso fanno lo "scudo fiscale": una maxi ripulitura al 5% di imposta; a chi non fa funzionare le cose continui a chiedere favori e passi una vita da disperato in un paese folle di gente matta che vive di favole.

Si, l'italiano merita di fallire.

Giuseppe Chillemi
(che riflette...)

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