Vita di negozio


Da un paio di settimane ho preso la vita di un'altra persona. Sono nelle sue scarpe ma cerco di portarla avanti a modo mio.
Parlo di mia madre e mi trovo nei pressi della stazione, nel laboratorio di famiglia. Lei è andata ad operarsi ed io sto qui al posto suo. Apro alle 7.30, chiudo all'ora di pranzo, cerco di dormire, e poi riapro alle 17.00
Durante il giorno si susseguono le chiamate dei clienti; la gente che entra per essere servita al banco; gli ordini ai fornitori. I soldi vanno e vengono incassando questo e pagando quell'altro.
Il sudore è tanto. Qui ci sono sempre dai 35 ai 45 gradi. E' un forno, una sauna. Mamma ha fatto questo mestiere per 27 anni ed io avevo giurato che non lo avrei mai intrapreso. Ora sono qui per necessità, vista la sua mancanza. Il motto recita "non dire mai: di quest'acqua non ne bevo"

La vita vista da una bottega sulla strada è particolare. Ci sono i clienti che con costanza ritornano e quelli nuovi. Per ciuscuno devi riservare un sorriso ed una battuta quando occorre; sia che tu abbia appena aperto, sia che ti trovi alla chiusura, stanco dopo una giornata di lavoro:
"Tortellini, Ravioli, Pansoti Ricotta e Spinaci, Tagliatelle, signora cosa gradisce ?"
"Col sugo stanno bene i maccheroni caserecci ma anche le pappardelle !"
"Si, il prezzo è 4 euro e 20... questo 7 euro... altri prodotti sono su ordinazione."

Fra un momento e l'altro esci fuori a fumare una sigaretta. Alla tua destra c'e' il fruttivendolo, il Sig. Pippo che con gli aiutanti e le famiglie al seguito, combattono per guadagnarsi un tozzo di pane. Alle 9 sono puntuali con la loro ape, scaricano le cassette di frutta e verdura e montano le loro vetrine. Pomeriggio chiudono e tutto ricomincia il giorno dopo.

Con me lavorano alcune persone e la loro vita è più difficile della mia.. Stanno accanto alle macchine, producono la pasta, preparano le confezioni per i clienti interni ed esterni. Sudano parecchio e si sporcano di farina. Però l'aria è allegra, si ride e si scherza.

La porta di ingresso è una vera e propria vetrina verso il mondo. Girano centinaia di persone ogni giorno e spesso ci chiamiamo l'uno con l'altro per dire "esci ! E' passata una turista (o un gruppo di turiste) che era una gnocca senza confini!" Allora si scappa per poi ritornare e dire "era pazzesca, le farei questo e quello ! " (sostituite a "questo e quello" le vostre fantasie più perverse:-)

Oggi non sono riuscito a prendere sonno per l'agitazione ed il gran caldo. Alle 15 ho aperto la saracinesca e c'era fuori un rumeno che da 3 anni gironzola da queste parti. Come lui molte persone mangiano e dormono grazie alla Caritas. Gli ho offerto una sigaretta ed abbiamo discusso del lavoro. Ce n'e' poco e quello disponibile è sottopagato. Gli consigliavo di andare a Vittoria o Ragusa, dove l'agricoltura gira, ma lui dice che per 12 ore (e più) sotto il sole ti pagano dai 15 ai 25 euro e devi pure mangiare e dormire e non vale la pena. Lui è un ultimo fra gli ultimi con gli occhi azzurri e lo sguardo intenso. Non lo vedevo da un po'. Sono aumentati i segni di stress che gli leggo in faccia. Speriamo che un giorno ce la faccia.
 Eppure ci vorrebbe poco per fare stare bene lui e quello come lui. Basterebbero quei 10/20 centesimi al kilo che la distribuzione SBRANA ai produttori per diventare più milionaria. Se tutti sapessimo, se tutti agissimo, se ci fosse una presa di coscienza....

Alle 18-19 è l'ora dei marocchini e dei ragazzi africani che ritornano dal lungomare della Playa dove per tutto il giorno hanno camminato come locomotive per vedere gli oggetti che hanno portato con se come zavorra in tutto il percorso. Noi li snobbiamo ma se sapessimo veramente quanto è difficile la loro esistenza forse li accoglieremmo con un caloroso sorriso.

Anche stasera chiudero' alle 20 e 30 e qui un nuovo capitolo della miseria umana. Noi abbassiamo le saracinesce ed apre la bottega della prostituzione. Davanti al negozio si mettono due gay che per pochi spiccioli cercano di andare avanti.

Io ho girato in lungo ed in largo, sono stato con gente facoltosa, ho contattato grossi imprenditori ma niente è stato cosi' vero come la vita che osservo in questa via, o come il sudore che il mio corpo butta fuori per combattere l'afa.

Non c'e' vergogna nel non avere la giacca e cravatta di quando facevo il consulente informatico. Anzi, è meno stressante e quando vado a casa mi addormento con pochi pensieri. Nella borsa i soldi guadagnati e nella testa l'idea di arrivare in fretta, farsi la doccia perchè domani inizia un'altro giorno.

Qui ti rendi conto che ogni vita è bella e tanta gente cerca di portla avanti al meglio e non esiste il solo lavoro di ufficio, in cui stai alla scrivania e sogni di diventare dirigente fancazzista.

Se gli altri giovani sapessero come si sta bene, eviterebbero di aspettare sogni che non si realizzeranno mai.


Giuseppe Chillemi


Commenti

Unknown ha detto…
Peppone! L'ultima tua frase vuol dire che hai trovato la pace?
Giuseppe Chillemi ha detto…
Peppe, ci siamo quasi !

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