La crisi

Da un po' di giorni discuto con la gente su questo tema.
Sono imprenditori o persone comuni che come noi si trovano a combattere con il mondo reale, con aziende, clienti, banche, fornitori.

Emerge uno spaccato dell'Italia molto lontano da quello che si vede in TV, dai politici che ci guardano dall'alto dei 90.000 euro di pensione mensile o dal comodo posto garantito dentro un istituto di credito o in una istituzione da cui non ti cacceranno mai.

Qui la situazione sta diventando realmente nera.

Abito a Catania e solitamente ci sono tantissime macchine in giro ed i classici locali pieni. Da un po' di tempo si è notato un vistoso calo del traffico. Le persone stanno a casa perchè non hanno soldi da spendere per la benzina o per fare acquisti e non hanno nemmeno posto di lavoro a cui andare.
Lo vede mia madre che ogni giorno doveva fare la fila nelle ore di chiusura per svincolare negli snodi cruciali della città. Lo vedo io quando vado in orario di punta e circolo normalmente.
I locali si svuotano ed hanno afflusso di clienti solo il fine settimana.

Con chiunque parlo sento racconti di istituti di credito che hanno chiuso i fidi che davano alle imprese. E' capitato a noi: la banca ci ha chiesto un immenso rientro in termini impossibili; è capitato ad altri a cui sono saltate tutte le scoperture. Non c'e' più liquidità. I pignoramenti crescono.

I centri commerciali sono deserti. Solo poche anime ci vanno e per lo più escono con un sacchettino o a mani vuote.
Le vie del centro seguono la stessa sorte e molti negozio hanno le saracinesce abbassate oppure si trasferiscono in zone dove gli affitti costano meno.

C'e' il boom degli Hard Discount. Si parla di un +35% solo lo scorso anno. I portafogli sono vuoti e chiunque sta tentando di riempire il carrello a prezzi modici. Le vendite nelle catene "di marca" sono calate in maniera paurosa.

Lo stato continua a non pagare i fornitori. Due anni è il tempo minimo per vedere il denaro dal committente pubblico.

I clienti delle aziende, strozzati dalla situazione, allungano i pagamenti a dismisura. Le catene commerciali sono tornate a pagare a 120 o 180 giorni.

Inizio a sentire brutte storie. L'ultima è il suicidio di un imprenditore amico di amici che si è buttato a mare con la macchina per via dei debiti. Altri racconti come questi si susseguono nei telegiornali. Ora per propietari di azienda ora per padri d i famiglia senza lavoro.


Il quadro complessivo è quindi: mancanza di lavoro; prestiti non concessi dalle banche; liquidità mancante; consumi che scarseggiano; pignoramenti.

A tutto questo si aggiunge lo stato che con la macchina infernale di Equitalia (qui: Serit) ti toglie quel poco che ti è rimasto. Le tasse aumentano; l'iva lo farà a breve; la benzina alle stelle.

Serve una ricetta per uscirne. Ricetta che le facce in parlamento non ci danno. Loro si muovono in un'ottica di contenimento dei costi ma non di snellimento del sistema. Le liberalizzazioni sono poco più che una chimera. La burocrazia è sempre li e non diminuisce. La tassazione è alle stelle.

Fra poco ci sono le elezioni ed io vedo sempre i soliti noti con ideologie antiche.

Io non so chi votero' l'anno prossimo e credo che come me molti non lo sappiano.


In particolare vorrei programmi orientati a questo:

1) Una quasi eliminazione della burocrazia per velocizzare l'apertura delle imprese.
2) Un sostegno al reddito per chi è disoccupato che segua il meccanismo delle 3 proposte di lavoro (e poi te lo tolgono) come fanno in Inghilterra.
3) Un giro di vite alle attività delle banche che le riporti ad investire sul territorio e non in prodotti astratti che portano la crisi come è accaduto in America. Gli istituti di credito hanno ricevuto 500 miliardi. Cosa ne hanno fatto ? Perchè non sono stati dati al tessuto sociale ed economico reale ?
4) Una maggiore trasparenza della pubblica amministrazione affinchè il cittadino possa diventare realmente controllore dell'operato dei politici, di quanto spendono e perchè lo fanno.
5) Agevolazioni verso coloro che vogliono aprire un impresa in termini di finanziamenti alle idee che sino ad oggi sono stati nulli o sottoposti a vincoli impossibili.
6) Un giro di vite alla corruzione pubblica e privata che secondo la corte dei conti costa al paese 60 miliardi l'anno.
7) Il recepimento della direttiva europea che porti i pagamenti a 60 giorni.

Questi 7 punti sono molto semplici e chiari ma non capisco il motivo per cui nessuno li voglia attuare.

Giuseppe Chillemi
http://www.giuseppechillemi.it


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